Posted by Società Italiana Brevetti on 4 marzo 2015

Consultazione sull’Italia nel brevetto unitario, le posizioni del Collegio e di CONFIMI

L’ITALIA E IL BREVETTO UNITARIO

Il governo chiede alle imprese e agli esperti di proprietà intellettuale se l’Italia debba o no entrare nel sistema del brevetto unitario: il parere negativo del Collegio Italiano dei Consulenti in Proprietà Industriale e di CONFIMI.

L’Italia deve aderire o no al brevetto unitario? E deve ratificare o meno l’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti?

Il Ministero dello Sviluppo Economico lo ha chiesto alle organizzazioni nazionali di imprese e di esperti in proprietà intellettuale durante una consultazione lampo, durata dal 16 al 20 febbraio 2015. Il Ministro Guidi ha inoltre dichiarato il 18 Febbraio che “l’adesione italiana al pacchetto del brevetto unitario è sicuramente una delle priorità del governo”.

La consultazione offriva la scelta fra le seguenti opzioni:

1: Sì all’adesione dell’Italia alla cooperazione rafforzata e alla ratifica dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti
2: No alla cooperazione rafforzata ma sì alla ratifica dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti
3: No alla cooperazione rafforzata e no alla ratifica dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti.

Sebbene in passato diverse organizzazioni interessate abbiano preso pubblicamente posizione rispetto all’entrata dell’Italia nel sistema del brevetto unitario, per quanto riguarda questa consultazione sinora soltanto due dei partecipanti alla consultazione hanno reso pubblica la propria risposta, in entrambi i casi contraria all’entrata dell’Italia nel sistema del brevetto unitario.

Il Collegio Italiano dei Consulenti in Proprietà Industriale – FICPI Italia

Nel suo Parere sul brevetto unitario e sul Tribunale Unificato dei Brevetti, il Collegio Italiano dei Consulenti in Proprietà Industriale indica l’opzione 3, sconsigliando sia l’adesione alla cooperazione rafforzata sia la ratifica dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti.

Il parere si fonda sulle motivazioni già evidenziate in passato dal Collegio: il sistema del brevetto unitario è “modellato ad uso e consumo delle grandi imprese estere”, per cui sfavorisce nettamente i paesi come l’Italia, le cui economie si fondano su imprese medio-piccole.

L’ingresso dell’Italia nel brevetto unitario potrebbe causare una perdita nelle entrate derivanti dalle annualità nazionali dei brevetti europei, che l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi utilizza attualmente per finanziare i pareri di brevettabilità, molto utili ai richiedenti italiani.

Anche il regime linguistico del brevetto unitario, che prevede come lingue ufficiali solo l’inglese, il tedesco e il francese, è particolarmente sfavorevole per le imprese italiane, ed il rimborso che queste riceverebbero per le spese di traduzione dei brevetti è giudicato dal Collegio del tutto inadeguato.

Per quanto riguarda l’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti, il Collegio è contrario alla ratifica essenzialmente perché il Tribunale, dovendo autofinanziarsi ed prevedendo procedure complesse, avrà costi talmente elevati da risultare insostenibili per le aziende italiane, in particolare per le piccole e medie imprese. Il Collegio considera inoltre condizione indispensabile che la lingua di procedura dell’eventuale divisione locale italiana sia solo l’italiano.

Indipendentemente dal risultato della consultazione il Collegio consiglia al governo di attendere, prima di prendere decisioni, almeno la definizione delle regole di procedura e degli importi delle tasse, auspicando che nel frattempo sia possibile ottenere misure correttive che riducano l’impatto negativo del sistema del brevetto unitario sulle imprese italiane.

CONFIMI – Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata

CONFIMI, confederazione alla quale aderiscono 28 mila industrie con un fatturato aggregato di oltre 71 miliardi di euro, ha indicato anch’essa nel proprio parere l’opzione 3, sconsigliando quindi sia l’adesione alla cooperazione rafforzata sia la ratifica dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti.

Secondo CONIFIMI, il brevetto unitario penalizzerebbe seriamente la lingua italiana, mentre il Tribunale Unificato imporrebbe alle imprese italiane oneri insostenibili per giudizi che avrebbero luogo quasi sempre all’estero, con disagi logistici e organizzativi e il rischio di subire inibitorie cautelari estese anche al territorio italiano. CONFIMI sottolinea inoltre una “evidente condizione di minorità” in cui opererebbe l’eventuale divisione italiana del tribunale.

Si attende ora che il governo pubblichi le conclusioni tratte dalla consultazione.

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