Posted by Laura Ercoli on 12 agosto 2025

Corte di Giustizia UE si pronuncia in tema di decadenza di diritti su una privativa per nuova varietà vegetale

Con sentenza 1° agosto 2025 (C-426/24), la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato la decadenza dei diritti sulla varietà di patata “Melrose” per mancato pagamento delle tasse annuali e la piena validità degli avvisi inviati tramite MyPVR. È stato così respinto il ricorso fatto dal titolare della privativa (concessa nel 2012) contro la decisione del Tribunale UE del 17 aprile 2024, che a sua volta aveva confermato il provvedimento del Community Plant Variety Office (CPVO) di cancellazione dal registro per mancato pagamento delle tasse di mantenimento annuali (21 marzo 2022).

 

Il sistema MyPVR e gli avvisi di scadenza delle tasse annuali di mantenimento

Come confermato dalla sentenza C-426/24, il portale MyPVR, introdotto con decisione del Presidente del CPVO a fine 2016, rientra negli strumenti elettronici legittimamente adottabili in base al Reg. (CE) n. 2100/94.
Le comunicazioni di scadenza inviate tramite MyPVR al titolare o al suo rappresentante sono valide a tutti gli effetti; ignorarle, in assenza di motivi eccezionali debitamente provati, conduce alla perdita dei diritti.

Il titolare di Melrose aveva optato nel 2017 per ricevere notifiche via MyPVR. Il CPVO ha inviato a ottobre 2021 un avviso di scadenza della tassa annuale seguito da due solleciti, a gennaio 2022 e febbraio 2022.
Non essendo seguito alcun pagamento da parte del titolare, il CPVO ha disposto la cancellazione della privativa dal registro il 21 marzo 2022, con conseguente decadenza dei diritti sul titolo di protezione.

 

Il rimedio della restitutio in integrum (art. 80 Reg. 2100/94)

Il titolare ha cercato di recuperare i propri diritti attivando la procedura di restitutio in integrum prevista dall’art. 80 del Regolamento (CE) n. 2100/94. Tale norma consente il ripristino dei diritti nel caso in cui la parte dimostri di aver adottato tutte le precauzioni richieste dalle circostanze per rispettare il termine scaduto (senza tuttavia riuscirci).

L’istanza di restitutio in integrum può essere presentata al CPVO entro 2 mesi dalla cessazione dell’impedimento, con completamento dell’atto omesso (qui: pagamento) entro lo stesso termine; in ogni caso non oltre 1 anno dalla scadenza.
Nel caso Melrose, l’istanza (con pagamento) è stata depositata il 6 maggio 2022, invocando, a sostegno della propria richiesta l’accadimento di una serie di circostanze imprevedibili che avrebbero impedito il tempestivo pagamento delle tasse dovute entro i termini di legge, e cioè:

• la pandemia da COVID-19, ancora in corso all’epoca,

• la prolungata malattia del dipendente responsabile della gestione delle scadenze,

• un presunto attacco informatico ai sistemi della società.

Il CPVO ha rigettato la richiesta, sostenendo che nessuna delle circostanze imprevedibili invocate dal titolare fossero state debitamente provate nell’istanza.

 

I procedimenti e le decisioni del Tribunale e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea

Il Costitutore ha impugnato la decisione del CPVO con la quale è stata negata la reintegrazione dei diritti su Melrose davanti al Tribunale dell’Unione Europea, sostenendo, in primo luogo, che il sistema MyPVR sarebbe stato adottato in modo illegittimo e che, in ogni caso, il CPVO avrebbe errato nella valutazione delle circostanze eccezionali e imprevedibili e dei relativi elementi di prova a supporto che avrebbero comportato il mancato rispetto del termine di pagamento nonostante il Costitutore avesse adottato tutte le precauzioni richieste dal caso. Infine, secondo il Costitutore, la decisione del CPVO non avrebbe indicato al Costitutore quali elementi probatori avrebbero dovuto essere depositati con la richiesta di restitutio in integrum per ottenere la reintegrazione dei diritti.

Con una decisione del 17 aprile 2024 il Tribunale dell’Unione Europea ha respinto il ricorso del Costitutore; la decisione è stata confermata dalla sentenza della Corte di Giustizia del 1° agosto 2025.

Secondo i Giudici europei il portale MyPVR è stato adottato legittimamente con la decisione del Presidente del CPVO e rispetta anche le norme del Regolamento n. 2100/94 (che istituisce la privativa comunitaria per nuova varietà vegetale e il CPVO) in base alle quali l’Ufficio può adottare strumenti elettronici per l’invio di comunicazioni e notifiche.

Chiarito questo aspetto preliminare, sia il Tribunale, sia la Corte di Giustizia hanno confermato la decisione del CPVO osservando che non sussiste alcun obbligo in capo all’Ufficio di indicare ex ante quali prove specifiche servano per la reintegra, spetta al richiedente fornire evidenze puntuali sull’eccezionalità e imprevedibilità dell’impedimento e sull’adozione di tutte le cautele.
Inoltre, il Tribunale ha ritenuto non sufficienti le evidenze fornite al CPVO da parte del titolare di Melrose per dimostrare l’esistenza delle circostanze eccezionali e imprevedibili lamentate.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha chiarito di non poter sindacare la valutazione dei fatti e delle prove alla base della controversia, ma di poter sindacare unicamente distorsioni manifeste che, nelle decisioni impugnate, non sono state riscontrate.

 

L’importanza di dotarsi di un sistema di monitoraggio e di consulenti specializzati per la gestione dei diritti di privativa su nuove varietà vegetali

La recente pronuncia della Corte di Giustizia conferma l’importanza di dotarsi di un sistema di monitoraggio che possa scongiurare sviste o il mancato rispetto di scadenze e che anche eventi imprevisti (ad esempio la malattia di un dipendente) non siano di per sé motivo idoneo per ottenere una reintegrazione dei diritti, soprattutto se, come nel caso di Melrose, non ne sia provata la loro eccezionalità, tale da superare anche tutte le precauzioni adottate per farvi fronte.

In tal senso, il supporto di professionisti con strutture organizzate per gestire scadenze in modo continuativo e l’adeguata preparazione professionale alla gestione di richieste di reintegrazione presso gli uffici competenti è senz’altro utile per non perdere diritti di privativa vanificando non solo la possibilità di sfruttarla, ma anche tutti gli investimenti economici, organizzativi e di tempo posti in essere per sviluppare una nuova varietà vegetale e proteggerla.

 

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