Posted by Laura Ercoli on 11 settembre 2025

Crescita record per gli investimenti in beni immateriali fra i quali marchi e design

Il rapporto World Intangible Investment Highlights 2025 accende un faro sulla crescita a livello globale degli investimenti in beni immateriali, sottolineandone l’importanza come indici di innovazione e competitività nella knowledge economy; fra i beni considerati rientrano naturalmente i diritti di proprietà intellettuale quali marchi, brand e design, insieme all’R&D, il software, i dati, il know-how organizzativo e le competenze specializzate.

La seconda edizione del rapporto World Intangible Investment Highlights 2025, realizzato congiuntamente dalla LUISS Business School e dalla World Intellectual Property Organization (WIPO), evidenzia una forte crescita in investimenti immateriali nel 2024, anno nel quale questi hanno raggiunto un valore pari a quasi il 14% del PIL globale, superando gli investimenti materiali che si sono fermati all’11%.

Beni immateriali guidano innovazione e competitività

I beni immateriali presi in esame sono l’R&D, il software, i dati, il design, i brand, il know-how organizzativo e le competenze specializzate. Lo studio sottolinea l’importanza di una misurazione il più possibile precisa degli investimenti in beni immateriali perché in un’economia basata sulla conoscenza tali investimenti guidano l’innovazione, la competitività e la fidelizzazione; è inoltre evidenziato il rapporto fra la crescita degli investimenti immateriali e quella dell’occupazione qualificata e del benessere.

Dal rapporto emerge che gli investimenti in beni immateriali hanno avuto una crescita sostenuta anche durante le crisi; il tasso annuo di crescita fra il 2008 e il 2024 è stato di circa il 4%, mentre gli investimenti in beni materiali durante lo stesso periodo sono aumentati solo dell’1%.

Quali paesi investono di più in beni immateriali

In termini assoluti sono gli Stati Uniti a investire di più in beni immateriali, nella misura di 4700 miliardi di dollari nel solo 2024, ovvero quasi il doppio della somma di quanto investito dai maggiori investitori in beni immateriali dopo gli Stati Uniti: Francia, Germania, Regno Unito e Giappone.

Esaminando invece il tasso di crescita degli investimenti in beni immateriali nei primi 15 paesi per PIL nel periodo 2014-2024, lo studio stila una classifica che vede in prima posizione l’India, con un tasso annuo di crescita del 7% circa; seguono gli Stati Uniti con il 5%, la Grecia, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Francia, la Svezia, la Danimarca, l’Italia, la Spagna, la Germania, il Paesi Bassi, il Regno Unito, il Brasile e il Giappone.

In quali beni immateriali si investe di più

Crescita investimenti beni immateriali

Fonte: World Intangible Investment Highlights 2025, Luiss Business School/WIPO

Il grafico riprodotto rappresenta la percentuale di investimenti in beni immateriali suddivisa fra le varie tipologie di beni prese in esame.

Le cifre riguardano soltanto 26 paesi prevalentemente europei e il solo anno 2022, ma è comunque interessante notare che mentre il capitale organizzativo è dominante con il 30% degli investimenti, gli asset di proprietà intellettuale, ovvero la somma di brand, design e altri diritti di PI, si trovano al secondo posto per soli 2 punti percentuali di differenza con il 28%; seguono al terzo e quarto posto gli investimenti in “Software and databases” e “R&D”.

Un cambiamento strutturale

Daren Tang, Direttore generale della WIPO, ha commentato così i dati e le analisi presentati nel rapporto World Intangible Investment Highlights 2025: “Siamo di fronte a un cambiamento strutturale nel modo in cui le economie crescono e competono. Di fronte all’incertezza globale, le aziende stanno rafforzando i propri investimenti in beni immateriali come dati, software, proprietà intellettuale e know-how; un trend che avrà impatti significativi anche sulle politiche pubbliche”.

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