Posted by Laura Ercoli on 24 maggio 2019

Decreto Crescita: le novità per marchi, brevetti e Made in Italy

Il “Decreto Crescita”, in vigore dal 1 maggio 2019, contiene diverse misure riguardanti la proprietà intellettuale miranti, fra l’altro, a sostenere start-up e pmi nel deposito di brevetti, marchi e design, facilitare l’accesso al regime fiscale “Patent Box”, agevolare la lotta alle pratiche “Italian Sounding”, tutelare i marchi storici di interesse nazionale e consentire l’ottenimento un brevetto italiano direttamente tramite una domanda internazionale PCT.

Il Decreto-Legge n. 34/2019, nel seguito “Decreto Crescita”, recante una serie di misure finalizzate al rilancio economico del paese, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile ed è in vigore dal 1 maggio 2019.Decreto Crescita marchi

Segnaliamo le novità del provvedimento riguardanti i diritti di proprietà intellettuale, alcune delle quali richiedono l’emissione di ulteriori disposizioni attuative.

Ricordiamo inoltre che il Decreto Crescita potrebbe ancora subire modifiche durante l’iter di conversione in legge.

Start-up innovative: Voucher 3i per il deposito di brevetti

Il Decreto Crescita istituisce il “Voucher 3i” (Investire In Innovazione) finalizzato a supportare la valorizzazione dell’innovazione delle start-up innovative nel periodo 2019-2021.

Il Voucher 3i è concesso alle start-up innovative per l’acquisto di servizi di consulenza per il deposito di brevetti in Italia e all’estero.

I servizi acquistabili vanno dalla ricerca di anteriorità all’assistenza e consulenza nella redazione della domanda di brevetto, nel deposito del brevetto in Italia e nella sua estensione all’estero.

La dotazione finanziaria del “Voucher 3i” è di 6,5 milioni di euro annui per il triennio 2019-2021. I criteri e le modalità di attuazione del “Voucher 3i” saranno definiti da un decreto del MISE.

Bandi per brevetti, marchi e design

Il sostegno alle piccole e medie imprese per la valorizzazione dei marchi, dei brevetti e dei design sarà stabilizzato tramite un decreto annuale recante la programmazione dell’apertura delle misure già esistenti Marchi+, Brevetti+ e Disegni+.

Patent Box

Il Decreto Crescita modifica la normativa che regola il cosiddetto “Patent Box”, regime opzionale di tassazione agevolata dei redditi derivanti dall’utilizzo diretto o indiretto di alcuni diritti di proprietà intellettuale.

Di regola, la normativa sul “Patent Box”, richiede, nel caso di reddito derivante da utilizzo diretto del diritto di proprietà intellettuale, un accordo preventivo con l’Agenzia delle Entrate per la determinazione della quota dei ricavi da attribuire al diritto di proprietà intellettuale stesso.

In seguito all’entrata in vigore del Decreto Crescita i contribuenti possono, a partire dal periodo d’imposta 2019, accedere alla tassazione agevolata “Patent Box” optando di determinarne direttamente il beneficio – senza richiedere quindi un accordo preventivo con l’Agenzia delle Entrate.

Possono optare per la determinazione diretta anche i contribuenti che hanno già attivato la procedura per l’accordo con l’Agenzia delle Entrate, a condizione che l’accordo non sia stato ancora raggiunto.

Il contribuente dovrà indicare le informazioni necessarie a tale determinazione in “idonea documentazione”; questa sarà meglio specificata in un provvedimento che l’Agenzia delle Entrate dovrà emanare entro novanta giorni dall’entrata in vigore del Decreto Crescita.

Chi sceglierà di determinare direttamente il beneficio dovrà ripartire la variazione in diminuzione in tre quote annuali di pari importo, da indicare nella dichiarazione dei redditi e IRAP relativa al periodo di imposta in cui l’opzione viene esercitata e in quelle relative ai due periodi d’imposta successivi.

Made in Italy: contrasto all’Italian Sounding

L’Art. 144 del Codice della Proprietà Industriale viene modificato per inserire fra gli atti di pirateria perseguibili le pratiche di Italian Sounding, definite come “pratiche finalizzate alla falsa evocazione dell’origine italiana di prodotti”.

Viene introdotta un’agevolazione del 50% delle spese legali sostenute per tutelare all’estero i prodotti colpiti dal fenomeno dell’Italian Sounding da parte dei Consorzi di tutela dei prodotti italiani (compresi i prodotti agroalimentari).

Le modalità di applicazione dell’agevolazione saranno disposte dal MISE tramite un decreto.

Stemmi

Il Decreto Crescita prevede che tra i simboli, emblemi e stemmi che rivestano un interesse pubblico, vengano anche inclusi i segni riconducibili alle forze dell’ordine e alle forze armate e i nomi di stati e di enti pubblici territoriali italiani che non possono pertanto essere oggetto di registrazione salvo autorizzazione dell’autorità competente.

Non possono essere oggetto di registrazione come marchio “parole, figure o segni lesivi dell’immagine e della reputazione dell’Italia”.

Marchi storici di interesse nazionale

E’ istituito il “Marchio storico di interesse nazionale” (nel seguito: il marchio storico), recando modifica al Codice della Proprietà Industriale.

In sostanza, i marchi registrati da almeno 50 anni, o per i quali si possa dimostrare l’uso continuativo per almeno 50 anni, utilizzati per commercializzare prodotti o servizi realizzati da un’impresa nazionale di eccellenza storicamente collegata al territorio nazionale, potranno essere iscritti ad un apposito registro dei marchi storici di interesse nazionale (nel seguito: il Registro) su richiesta del titolare o del licenziatario del marchio stesso.

Oltre a poter utilizzare un nuovo logo “Marchio storico di interesse nazionale”, i titolari dei marchi storici iscritti al registro potranno accedere al Fondo per la tutela dei marchi storici istituito dal Decreto Crescita presso il Ministero dello Sviluppo Economico (nel seguito: il MISE).

Come funziona l’accesso al Fondo per la tutela dei marchi storici

Nel caso in cui l’impresa titolare o licenziataria di un marchio storico iscritto al Registro intenda chiudere il sito produttivo di origine o comunque il sito principale per cessazione dell’attività o per delocalizzazione all’estero con conseguente licenziamento collettivo, l’impresa avrà l’obbligo di informare il MISE (sono previste sanzioni economiche per la mancata informazione) sul progetto di chiusura o delocalizzazione dello stabilimento, e in particolare sui seguenti aspetti:

a) i motivi economici, finanziari o tecnici del progetto di chiusura o delocalizzazione;
b) le azioni tese a ridurre gli impatti occupazionali attraverso incentivi all’uscita, prepensionamenti, ricollocazione di dipendenti all’interno del gruppo;
c) le azioni che intende intraprendere per trovare un acquirente;
d) le opportunità per i dipendenti di presentare un’offerta pubblica di acquisto ed ogni altra possibilità di recupero degli asset da parte degli stessi.

Il MISE individuerà gli interventi da effettuare mediante le risorse del Fondo per la tutela dei marchi storici.

Il fondo potrà intervenire nel capitale di rischio delle imprese titolari di marchi storici con una somma, stanziata per l’anno 2020, di 30 milioni di euro.

Inoltre, per operazioni finalizzate al finanziamento di progetti di valorizzazione economica dei marchi storici le piccole e medie imprese, i titolari dei marchi stessi potranno accedere alla garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese istituito dalla Legge n. 622/1996.

L’agevolazione sarà concessa per un massimo di 30 mila euro annui per soggetto beneficiario, e fino ad esaurimento del fondo stanziato di 1,5 milioni di euro.

Le spese ammissibili e le procedure di ammissione al beneficio saranno definite in un decreto del MISE e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Promozione all’estero dei prodotti che utilizzano marchi collettivi o di certificazione

Il Decreto Crescita prevede la possibilità di concessione di un contributo economico per le attività svolte da associazioni rappresentative di categoria per sostenere la promozione all’estero dei prodotti con marchi collettivi o di certificazione.

Il fondo stanziato a tal fine è di un milione di euro per anno mentre le modalità di concessione dovranno essere stabilite con decreto del MISE, che avrà anche il compito di esercitare la supervisione dei titolari dei marchi collettivi e di certificazione ammessi alle agevolazioni.

Via diretta dalla domanda internazionale (PCT) al brevetto italiano

Finora, per coprire l’Italia tramite una domanda di brevetto internazionale (PCT), era necessario passare attraverso un brevetto europeo, da convalidare in Italia.

Grazie alle modifiche apportate dal Decreto Crescita al Codice della Proprietà Industriale, sarà presto possibile ottenere un brevetto italiano direttamente da una domanda internazionale, senza il passaggio per la fase europea.

Tale semplificazione produrrà diversi vantaggi per il titolare, fra i quali minore spesa e tempi più rapidi.

Anche in questo caso le modalità di attuazione delle nuove disposizioni dovranno essere stabilite dal MISE tramite un decreto.

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