Posted by Laura Ercoli on 6 luglio 2018

Contraffazione: PMI italiane bersaglio facile, ma la difesa è possibile

 

Un rapporto OCSE analizza l’impatto della contraffazione sull’economia italiana: il paese è particolarmente esposto al fenomeno globale del falso, e sono le piccole e medie imprese a subirne maggiormente le conseguenze perché meno pronte a reagire.

Ma difendersi dai contraffattori è davvero troppo impegnativo per una PMI?

Il commercio globale di beni contraffatti vale oltre 430 miliardi di euro all’anno, pari al 2.5% delle importazioni in tutto il mondo. Ma in che modo la contraffazione impatta le imprese italiane e l’economia del paese in generale?

Gli effetti della contraffazione sul nostro paese sono quantificati e analizzati nel rapporto OECD 2018  “Il commercio di beni contraffatti e l’economia italiana: Tutelare la proprietà intellettuale dell’Italia”, realizzato dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e pubblicato il 20 giugno 2018.

Il rapporto analizza l’impatto dei falsi sull’economia italiana secondo due punti di vista: la prima è quella delle imprese italiane titolari di marchio che vedono violati i propri diritti di proprietà intellettuale, causando perdita di fatturato ed erosione progressiva del valore del brand.

La seconda prospettiva è quella, più generale, degli effetti sull’economia italiana dell’importazione e commercio di falsi in Italia.

Qui di seguito abbiamo sintetizzato i dati essenziali del rapporto OCSE (che vale sicuramente la pena comunque leggere poiché estremamente dettagliato ed esauriente).

Le cifre

Come i falsi impattano la proprietà intellettuale delle imprese italiane

* 35,6 miliardi di euro è il valore del commercio mondiale di prodotti contraffatti e pirata che hanno violato marchi registrati italiani, cifra che vale il 4,9% delle vendite totali del settore manifatturiero italiano (nazionale ed esportazione).Contraffazioni falsi

* 25,1 miliardi di euro è il volume totale di mancate vendite per le aziende italiane a causa della violazione dei loro diritti di proprietà intellettuale nell’ambito del commercio mondiale; in termini percentuali si tratta del 3,1 % delle vendite totali registrate dalle stesse aziende.

* Le 10 categorie di prodotti più a rischio: il tasso di contraffazione di prodotti a marchio italiano varia molto a seconda delle categorie merceologiche: le più colpite sono i prodotti per l’ottica, la maglieria da abbigliamento, la pelletteria e le borse, le calzature, la profumeria e cosmetica, gli orologi, l’abbigliamento (all’infuori della maglieria), la gioielleria, le apparecchiature elettriche ed elettroniche, i ricami e tessuti speciali.

* I titolari italiani di diritti di proprietà sono i secondi più penalizzati dalla contraffazione, più colpiti di noi solo gli statunitensi.

* L’impatto più pesante è sulle piccole e medie imprese: secondo il rapporto le PMI italiane raramente sono in grado, da sole, di monitorare la contraffazione e adottare contromisure efficaci.

Principali economie di origine dei titolari di diritti di proprietà intellettuale violati (2011-2013)

(Fonte: OECD 2018  “Il commercio di beni contraffatti e l’economia italiana: Tutelare la proprietà intellettuale dell’Italia”)

contraffazione statistiche OCSE

 

Il mercato del falso in Italia

* L’Italia è la settima destinazione preferita per i prodotti contraffatti o pirata, dopo Stati Uniti, Arabia Saudita, Spagna, Yemen, Regno Unito e Francia.

* Il 3% di tutte le merci importate in Italia nel 2013 sono risultate contraffatte e pirata, pari a un valore di 10,4 miliardi di euro.

* Cina (50%), Hong Kong (29%), Grecia (6%), Singapore (4%) e Turchia (2%) sono i primi cinque paesi di provenienza dei falsi importati in Italia (in termini di valore della merce sequestrata).

* Vale 10 miliardi di euro la perdita di introiti per lo stato (ossia lo 0,6% del PIL) sotto forma di mancato prelievo fiscale, IVA e costi connessi alla lotta al crimine, mentre sono almeno 87.000 i posti di lavoro persi a causa della contraffazione.

 

PMI più esposte al danno da contraffazione

Il rapporto OCSE fotografa un’economia italiana moderna, dinamica e innovativa, basata sulle conoscenze e globalizzata, con produzioni di alta qualità richieste e apprezzate in tutto il mondo.

L’industria della contraffazione ha interesse appunto per qualsiasi prodotto al quale creatività e innovazione aggiungono valore economico: ne consegue che l’Italia è particolarmente vulnerabile a fenomeni di pirateria e contraffazione a livello globale. Nella classifica mondiale dei paesi destinatari di merci contraffatte e pirata l’Italia è infatti in settima posizione.

Lo studio evidenzia che i contraffattori prendono spesso di mira i prodotti di marca fabbricati dalle PMI italiane. I prodotti interessati appartengono a settori diversi, dall’agricoltura agli arredi fino all’abbigliamento di lusso. Anche se i volumi di produzione di queste aziende sono limitati, spesso si tratta di prodotti di ottima qualità e molto ricercati.

Le PMI dimostrano però una scarsa capacità di reazione alla contraffazione, sia nel monitorare la minaccia del falso sia nel predisporre contromisure efficaci.

Per le PMI le conseguenze della contraffazione possono quindi essere molto più gravi che per le grandi aziende, che più frequentemente dispongono di capacità ed esperienza per gestire i rischi della contraffazione.

 

Contraffazione, difesa a misura di PMI

Mentre è evidente che una grande impresa dispone di maggiori risorse da impegnare in qualsiasi attività, in realtà predisporre una difesa dalla contraffazione proporzionata alle effettive necessità può non richiedere sforzi o impegni economici insostenibili per una PMI. Soprattutto se le tutele e misure essenziali sono state predisposte per tempo.

Alcuni dei passi essenziali da prendere in considerazione, alla luce delle effettive necessità e delle risorse a disposizione, sono i seguenti. Evidentemente ciascun caso andrà valutato attentamente in base alle reali necessità e al budget della singola impresa.

Tutelare la proprietà intellettuale

Valutare l’ottenimento del titolo di proprietà del marchio, design, brevetto o altro diritto di proprietà intellettuale è il primo passo verso qualsiasi strategia di tutela. Le probabilità di successo nella difesa di un diritto di proprietà intellettuale sono infatti molto più alte in presenza di un titolo di proprietà concesso formalmente dall’autorità competente.

I diritti più utilizzati mediamente dalle piccole e medie imprese sono il marchio e il design, la cui registrazione – anche laddove necessiti coprire più paesi – ha costi affrontabili per una PMI.

È bene inoltre prendere in considerazione da subito la registrazione del nome a dominio corrispondente al marchio: internet è ormai il mezzo principale per collegare consumatori e contraffattori, non solo tramite le grandi piattaforme e-commerce ma anche utilizzando siti web dall’apparenza autentica.

 

Principali economie di provenienza e destinazione di merci contraffatte che violano la proprietà intellettuale italiana, (2011-2013)

(Fonte: OECD 2018  “Il commercio di beni contraffatti e l’economia italiana: Tutelare la proprietà intellettuale dell’Italia”)

Contraffazione statistiche OCSE

 

Attivare il blocco in dogana delle contraffazioni

Per contrastare l’ingresso nell’Unione Europea di contraffazioni provenienti da paesi extracomunitari (che secondo il rapporto OCSE sono i paesi di provenienza di oltre il 90% dei falsi importati in Italia) può essere consigliabile richiedere l’intervento delle autorità doganali al fine di bloccare alle frontiere dei paesi dell’UE l’importazione di prodotti che ledono i diritti di proprietà intellettuale del richiedente.

Registrare il marchio nel paese di provenienza dei falsi

Altra opportunità da valutare a seconda dei casi è quella di registrare il marchio nel paese di provenienza delle merci contraffatte, per poter prendere misure a contrasto dei falsi anche a livello locale. Ad esempio in Cina, maggior esportatore di merci contraffatte verso l’Italia, è possibile richiedere il blocco in dogana di merci in uscita dal paese che ledono un diritto di proprietà intellettuale registrato in Cina.

Sorvegliare le registrazioni di marchi identici o simili

Per bloccare sul nascere – dunque con minore spesa – i tentativi di usurpazione, concorrenza sleale e contraffazione, quali ad esempio la registrazione da parte di terzi in Italia e all’estero di marchi confondibili o identici, può essere utile un servizio di sorveglianza marchi  finalizzato a monitorare le registrazioni da parte di terzi in Italia e all’estero di marchi confondibili o identici.

 

 

In conclusione, occorre sottolineare che reagire a qualsiasi episodio di contraffazione o concorrenza sleale nella maggioranza dei casi ha costi sensibilmente inferiori se le tutele e misure necessarie sono state già predisposte prima del verificarsi dell’episodio stesso.Informarsi per tempo sulle effettive necessità di tutela e sui reali costi connessi può fare la differenza.

 

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